La tradizione del calendario della Cassa Rurale ed Artigiana di Roana, lunga oltre 20 anni, continua anche con la nuova Banca Alto Vicentino - Credito Cooperativo di Schio, Pedemonte e Roana, con risultati sempre brillanti. Ogni mese è illustrato da splendide fotografie scattate da alcuni tra i migliori giovani fotografi dell’Altopiano, che esaltano la bellezza della nostra terra, con i paesaggi affascinanti nelle varie stagioni e con particolari di natura e di storia che rendono unico il nostro territorio. Sono immagini che spaziano su Cima Portule, sul Monte Verena, sulla piana di Marcesina, sulla Chiesetta di Santa Margherita di Rotzo, sulla Grande Rogazione di Asiago… Sono immagini che ci accompagnano lungo tutti i giorni dell’anno, e ci invitano a fermarci qualche momento, per scoprire o riscoprire la realtà dentro di noi e intorno a noi, per ascoltare il battito del nostro cuore e il cuore della terra che abitiamo.
Oltre alle immagini, il calendario è anche un documento di cultura cimbra, con i nomi dei giorni e delle feste nella antica lingua dell’Altopiano e con proverbi e modi di dire che trattengono ancora il profumo e il sapore del passato nei nostri paesi e nelle nostre contrade. Si possono leggere: “Sait ist golt”, cioè “Il tempo è oro”, oppure “De betze machent net raich”, cioè “Il denaro non fa ricchi”, oppure “Hunt ba de pillet, paiset net”, cioè “Cane che abbaia non morde”, e ancora “Bear ghit, banghet noch” cioè “Chi dona , anche riceve”, e “An viartle bain tuut bool”, cioè “Un quartino di vino fa bene”. Sempre bella è la parola ispiratrice della Grande Rogazione di Asiago: “Ghebar mittanandar”, cioè “Andiamo insieme”. Insieme nella vita e nel mondo. Non sono citazioni decorative, sentimentali, ma testimonianze di antica saggezza, testimonianze di una lingua di particolare valore storico, oggetto di studi scientifici a ogni livello, come si può verificare anche nel nuovo “dizionario on-line” disponibile all’indirizzo http://dizionario.cimbri7comuni.it/.
All'indirizzo http://dizionario.cimbri7comuni.it/ è consultabile il nuovo dizionario on-line del cimbro dei Sette Comuni (Bóartpuuch dar zimbrischen zungen von Siban Komäun), edito dall’Istituto di Cultura Cimbra con il contributo della Regione Veneto e della Banca Alto Vicentino – Credito Cooperativo di Schio, Pedemonte e Roana, e curato dal prof. Luca Panieri con la collaborazione della dott.ssa Elisa Cugliana e dell'ing. Carlo Zoli.
Un dizionario nuovo, sia per essere l’ultimo in ordine di tempo tra quelli prodotti finora, sia per la concezione innovativa che lo ha ispirato. In esso si sono felicemente assommate competenze filologiche, glottologiche, linguistiche ed informatiche, unite ad una visione strategica dell’intervento di tutela della tradizione linguistica cimbra, vista nel suo complesso. L’opera costituisce un bell’esempio di come il sapere scientifico possa uscire dal solo ristretto ambito della disquisizione accademica per porsi a servizio della comunità, con la produzione di strumenti, sì di alto profilo scientifico, ma di pubblica utilità ed accessibilità. Sarebbe comunque riduttivo vedere in quest’opera soltanto l’intento di mediazione o divulgazione del sapere scientifico, bensì essa assolve anche ad una funzione di massima importanza per la salvaguardia delle lingue minoritarie: la preservazione del patrimonio lessicale storicamente attestato e l’individuazione di un sistema ortografico standardizzato che consente di ricondurre la caotica molteplicità delle forme tramandate ad un unico sistema di riferimento.
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In continuazione con l’attività svolta gli anni scorsi, l'Istituto di Cultura Cimbra di Roana, in collaborazione con la Biblioteca Civica di Rotzo, organizza il CORSO di LINGUA CIMBRA 2017/18, tenuto dall'appassionato di storia locale e lingua cimbra Lauro Tondello.
Le lezioni saranno strutturate in due momenti:
- corso base per principianti, con inizio giovedì 16 novembre 2017;
- corso avanzato con dialoghi in cimbro e la partecipazione di Gianni Vescovi Vischofar, con inizio giovedì 8 febbraio 2018.
I corsi si terranno presso la Biblioteca Civica di Rotzo (VI), situata al piano terra del Municipio, con inizio delle lezioni alle ore 20,30.
Per informazioni e prenotazioni:
Sig. Lauro Tondello tel. 0424-691072
Municipio di Rotzo tel. 0424-691003
Sabato 2 dicembre 2017, alle ore 16:00 presso la Chiesa Parrocchiale di Foza (VI), verrà presentato il libro “Da Foza al mondo – guerre ed emigranti” di Luigi e Gabriele Menegatti. Oltre agli autori, interverranno:
Mario Oro, sindaco di Foza
don Federico Zago, parroco di Foza
Filiberto Agostini, Università di Padova e Fondazione di Storia Onlus – Vicenza
Filippo Menegatti, guida storica dell’Altopiano
Sergio Bonato, presidente dell’Istituto di Cultura Cimbra di Roana
Giancarlo Bortoli, scrittore e storico
Diego Dalla Palma, scrittore ed esperto di immagine
Andrea Rigoni, amministratore delegato di “Rigoni di Asiago”
Luigi Alberton, editore
Parteciperà il coro “L’eco delle valli” di Lusiana, diretto da Andrea Pinaroli.
Giovanni Battista Fabris è nato nel 1761 a Roana, in contrada Pozzo, da una semplice famiglia di agricoltori. La madre Antonia Dal Pozzo proveniva da Rotzo. Date le sue doti di intelligenza e di bontà d’animo, fu avviato agli studi in Seminario a Padova dove divenne sacerdote e prestigioso insegnante di latino. In lingua latina scrisse “La Fringuelleide”, un poema sulla caccia studiato anche nelle università per le sue straordinarie qualità di cultura e di lingua, e pubblicato in diverse edizioni, fino a quella di quest’anno curata con la nuova traduzione italiana di Leandro Stefani. Ogni anno Giambattista Fabris veniva a caccia al suo paese, dove aveva un “roccolo” sul colle del Khèstelle, da lui chiamato “luce degli occhi miei e gloria straordinaria della caccia”. Il suo poemetto dimostra un grande attaccamento al mondo vegetale, animale, umano di Roana e dell’altopiano. La sua poesia non era accademica e convenzionale, ma “frutto di un autentico batticuore” (Ferdinando Bandini). Giovanni Battista Fabris morì a Padova nel 1817 e fu celebrato a Roana nel 1882 con una grande festa organizzata dal Comune, festa che ha visto convenire gente e autorità di tutto l’altopiano. In quella occasione fu posta nella chiesa parrocchiale di Roana una lapide commemorativa che andò distrutta durante la grande guerra e che ora è stata ripristinata dalla Parrocchia in collaborazione con l’Istituto di Cultura Cimbra, sempre all’interno della chiesa. La nuova lapide è stata scoperta domenica 8 ottobre 2017, dopo la Messa solenne in occasione della festa patronale di Santa Giustina.
Giovanni Battista Fabris è stato anche l’autore della traduzione in lingua cimbra del Catechismo Napoleonico, stampato dal Vescovo di Padova nel 1812 per la comunità dell’altopiano. Si tratta di un testo prezioso, ritenuto dagli esperti austriaci e tedeschi, una testimonianza molto più viva e interessante rispetto alle traduzioni cimbre dei catechismi dei secoli precedenti (Wolfgang Meid). Testo definito “uno dei documenti più significativi della letteratura cimbra” (Marco Scovazzi – Università di Milano). Molte formule astratte sono tradotte in cimbro acquistando maggior concretezza rispetto alla versione italiana. Tra diversi punti interessanti, si può cogliere quello che, parlando del quarto comandamento diceva di “onorare il padre e la madre e i doveri verso Napoleone I, Imperatore e Re nostro”. Giambattista Fabris non ha tradotto in cimbro i doveri verso Napoleone, conoscendo bene il senso di indipendenza della gente dei Sette Comuni, contraria a ogni sottomissione servile. Significativo in questo catechismo è anche il riferimento alla preghiera, definita “an hévensich met dem’ unzarn herzen in Gott den Herren”, cioè un elevarci con i nostri cuori a Dio. La preghiera non tanto come ritualismo, formalità esteriore. Non tanto una elevazione della mente, ma elevazione del cuore, sede dei sentimenti più profondi di una persona. Sulla importanza della preghiera Giovanni Battista Fabris ha scritto anche un trattato particolare, assieme ad altre opere andate perdute. Giovanni Battista Fabris viene così ricordato a Roana nel secondo centenario dalla sua scomparsa. Egli resta a Roana e sull’altopiano “bor hòrtan in unzarn hertzen”, per sempre nei nostri cuori.