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Giovanni Battista Fabris è nato nel 1761 a Roana, in contrada Pozzo, da una semplice famiglia di agricoltori. La madre Antonia Dal Pozzo proveniva da Rotzo. Date le sue doti di intelligenza e di bontà d’animo, fu avviato agli studi in Seminario a Padova  dove divenne sacerdote e prestigioso insegnante di latino. In lingua latina scrisse “La Fringuelleide”, un poema sulla caccia studiato anche nelle università per le sue straordinarie qualità di cultura e di lingua, e pubblicato in diverse edizioni, fino a quella di quest’anno curata con la nuova traduzione italiana di Leandro Stefani. Ogni anno Giambattista Fabris veniva a caccia al suo paese, dove aveva un “roccolo” sul colle del Khèstelle, da lui chiamato “luce degli occhi miei e gloria straordinaria della caccia”. Il suo poemetto dimostra un grande attaccamento al mondo vegetale, animale, umano di Roana e dell’altopiano. La sua poesia non era accademica e convenzionale, ma “frutto di un autentico batticuore” (Ferdinando Bandini). Giovanni Battista Fabris morì a Padova nel 1817 e fu celebrato a Roana nel 1882 con una grande festa organizzata dal Comune, festa che ha visto convenire gente e autorità di tutto l’altopiano. In quella occasione fu posta nella chiesa parrocchiale di Roana una lapide commemorativa che andò distrutta durante la grande guerra e che ora è stata ripristinata dalla Parrocchia in collaborazione con l’Istituto di Cultura Cimbra, sempre all’interno della chiesa. La nuova lapide è stata scoperta domenica 8 ottobre 2017, dopo la Messa solenne in occasione della festa patronale di Santa  Giustina.

Giovanni Battista Fabris è stato anche l’autore della traduzione in lingua cimbra del Catechismo Napoleonico, stampato dal Vescovo di Padova nel 1812 per la comunità dell’altopiano. Si tratta di un testo prezioso, ritenuto dagli esperti austriaci e tedeschi,  una testimonianza molto più viva e interessante rispetto alle traduzioni cimbre dei catechismi dei secoli precedenti (Wolfgang Meid). Testo definito “uno dei documenti più significativi della letteratura cimbra” (Marco Scovazzi – Università di Milano). Molte formule astratte sono tradotte in cimbro acquistando maggior concretezza rispetto alla versione italiana. Tra diversi punti interessanti, si può cogliere quello che, parlando del quarto comandamento diceva di “onorare il padre e la madre e i doveri verso Napoleone I, Imperatore e Re nostro”. Giambattista Fabris non ha tradotto in cimbro i doveri verso Napoleone, conoscendo bene il senso di indipendenza della gente dei Sette Comuni, contraria a ogni sottomissione servile. Significativo in questo catechismo è anche il riferimento alla preghiera, definita  “an hévensich met dem’ unzarn herzen in Gott den Herren”, cioè  un elevarci con i nostri cuori a Dio. La preghiera non tanto come ritualismo, formalità esteriore. Non tanto una elevazione della mente, ma elevazione del cuore, sede dei sentimenti più profondi di una persona. Sulla importanza della preghiera Giovanni Battista Fabris ha scritto anche un trattato particolare, assieme ad altre opere andate perdute. Giovanni Battista Fabris viene così ricordato a Roana nel secondo centenario dalla sua scomparsa. Egli resta a Roana e sull’altopiano “bor hòrtan in unzarn hertzen”, per sempre nei nostri cuori.

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ISTITUTO DI CULTURA CIMBRA
“Agostino Dal Pozzo”

via Romeo Sartori, 20
36010 ROANA (Vicenza)
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‘Z HAUS DAR ZIMBRISCHEN BIZZEKHOT
“Agustin Prunnar”

Romeo Sartori bèkh, 20
36010 ROBAAN (Viséntz)

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