di Ivo Matteo Slaviero (2014)
Tutti gli storici riconoscono che il Comune di Rotzo è il più antico comune dell’Altopiano, attestato la prima volta nel 1231 in un documento in cui sono menzionati otto mansi con la chiesa, dedicata al culto di Santa Gertrude.
L’antichità del Comune di Rotzo porta una luce particolare su tutta la storia dei Sette Comuni e in particolare su tutta la loro toponomastica, che dimostra una sedimentazione di lingue e civiltà diverse, in parte conosciute e in parte non ancora decifrate, con una impronta di lingua germanica, denominata cimbra, particolarmente forte e significativa, come ha messo bene in evidenza Ermenegildo Bidese nella sua presentazione a questo volume.
Il villaggio del Bostel, risalente al periodo celtico-retico-veneto, è la conferma di questa antichità, che speriamo possa essere ulteriormente illuminata, dopo la scoperta del villaggio fatta da Agostino Dal Pozzo nel 1700 e le successive esplorazioni. Il Comune di Rotzo, con la sua posizione di confine dell’Altopiano a nord e ad ovest, comprendeva la Valle dell’Astico, importante via di comunicazione tra Veneto e Terre Imperiali durante tutti i secoli del medioevo e dell’era moderna, anche secondo la testimonianza della Relazione di Francesco Caldogno, scritta nel 1500 per la Repubblica di Venezia. Una posizione strategica di primaria importanza fino alla Prima Guerra Mondiale (1915-1918), quando il territorio di Rotzo ospitò il quartiere generale del Comando Austriaco durante la spedizione punitiva.
Così il Comune di Rotzo, che appare piccolo e marginale sull’Altopiano, si presenta legato a tante storie, a tante culture, a tante lingue. La ricerca di Ivo Slaviero non è rivolta soltanto a curiosità toponomastiche, chiuse in un ambito campanilistico, ma è un viaggio attraverso collegamenti, confronti, relazioni che portano lontano e che possono poi aiutare a tornare per conoscere meglio il paese, per fare comunità. Scoprendo o riscoprendo un territorio ricco non solo di passato, ma anche di possibilità future. Molto significativa è la seconda parte del libro, che riporta documenti tratti da atti notarili e da relazioni di Visite Pastorali: documenti essenziali, riguardanti “aspetti di vita della comunità”.