di Umberto Patuzzi (2020)
Non c’è dubbio che l’Altipiano dei Sette Comuni abbia il primato di testi di toponomastica rispetto a tante altre località grazie a ricerche di studiosi locali. Questi cultori di microtoponomastica hanno contribuito a fissare la memoria storica dei singoli Comuni dell’Altipiano, un contributo storico, linguistico, culturale e umano notevole per il futuro delle singole località. Il presente testo, scritto dal germanista prof. Umberto Patuzzi, vuole affrontare questo argomento approfondendo lo studio etimologico dei toponimi e delle loro radici chiarendo al lettore anche le difficoltà che si devono affrontare nell’analisi dei singoli lemmi. I nomi dei luoghi infatti nel corso dei secoli hanno spesso subito diverse variazioni, storpiature di grafia e spesso anche dal punto di vista semantico, dovute a cartografi, notai, parroci e anche gente del luogo. Intenzione dell’autore era rendere accessibile i nomi dei luoghi in maniera chiara e snella e soprattutto raggruppati in un unico testo comprendente gran parte dei toponimi di origine cimbra o romanza dell’Altipiano. Una buona parte del testo comprende un glossario dove sono state prese in considerazione le radici dei singoli toponimi non solo dei Sette Comuni bensì anche quelli dell’intera area cimbra del vicentino. Lemmi cimbri con traduzione in italiano e tedesco, per ognuno di essi si evidenzia una ricerca etimologica in antico alto tedesco, medio alto tedesco, bavarese e tirolese, dimostrando la frequente presenza di una radice comune, visto che i cosiddetti Cimbri provenivano da questi luoghi. Ormai è noto a tutti che questi Cimbri non hanno nulla in comune con i Cimbri sconfitti dalle legioni di Mario verso il 100 a.C. e che logicamente non parlavano il Bavarese dell’anno 1100 d.C.!!! Parecchi di questi nomi sono identici all’antico alto tedesco, parlato fino verso al Mille: lemmi ancora usati in Altipiano e scomparsi nel tedesco moderno! Con questa ricerca etimologica, cioè indagando sull’origine e l’evoluzione morfologica e semantica dei vari lemmi, il nome cimbro è stato confrontato con lingue affini, applicando il metodo comparativo. Uno studio utile per ulteriori approfondimenti, non solo in relazione ai microtoponimi dei Sette Comuni ma anche per l’intera area cimbra limitrofa. Numerosi toponimi sono pure di origine romanza. L’influsso del dialetto veneto (per i cimbri bellos) è quasi naturale o di supplemento al toizes gaprecht. Ciò testimonia la convivenza nel territorio di due parlate con reciproci contributi. Fra le nostre montagne, come sosteneva la prof. Maria Hornung dialettologa all’Università di Vienna, si cela dunque uno straordinario patrimonio culturale, forse più unico che raro: un vero monumento linguistico da tutelare e valorizzare.
Ad integrare questo libro il prof. Gianni Frigo, guida escursionistico-ambientale della Regione Veneto, propone un approfondito inquadramento naturalistico, ambientale ed antropico riferito all’Altipiano. Numerose fotografie arricchiscono il testo assieme ad interessanti mappe napoleoniche e una d’avviso, la copertina e le illustrazioni sono della prof. Maria Luisa Parolin. Per facilitare e incuriosire il lettore il testo è stato scritto in italiano, parzialmente anche in tedesco e cimbro. Un particolare ringraziamento a Giovanni Vescovi Vischofar per le traduzioni in cimbro.
Ich denkhe dat de Hoachebane bon Siben Komoinen habe de eerste saita bon gaschraibachen bon saiten naamen leganten darpai biil andare lentar un Borbais-Gott in lentanarn ba habent ze gasüuchet aus. An groses guut bor de zunga, gasichart bor dii ba habent so khemman. Dis gaschraibach bill snappan vüar dis dinkh gheenanten drau ’s gasüuchach bon stemmen bon saiten naamen un bon zain bürtzen höotaranten somme leesar och de sbeerekhote ba man sich anspringan un bartan auz de börtar oaz vor oaz. Nach dizame beege ’s boartpuuch, ba riibet dis gasüuchach, bill zeinan ane andarst destar bor gheenan drau noch bon saiten naamen net anloan bor de Siben Komoinen badar och bor ’s gantze zimbrische lant umme nach innandarn. Bor machan renge un lokhan in leesar, ’s gaschraibach ist khen gaschraibet in bellosch, toal in toitz un zimbrisch. (U. Patuzzi)
Dieser Text untersucht die ethymologische Bedeutung der Ortsnamen und ihre Sprachwurzeln. Dabei werden auch die möglichen Probleme, die bei dieser Analyse oft auftauchen, deutlich angesprochen. Ich hoffe, dass das angefügte Glossar dazu beiträgt, die vorhandenen Untersuchungen zu ergänzen. Zweifellos wird es der weiteren Erkundung der Ortsnamen, sowohl in den Sieben Gemeinden als auch in den benachbarten zimbrischen Gebieten von Nutzen sein. Um die Neugierde des Lesers zu wecken und ihm den Zugang zu erleichtern, ist dieser Text in drei Sprachen verfasst, in Italienisch, Deutsch und Zimbrisch. (U. Patuzzi)