Inserito in una serie prestigiosa di eventi organizzati in occasione del restauro del Teatro Civico di Schio, ha riscosso un particolare successo il concerto del compositore scledense Giovanni Bonato, docente al Conservatorio Musicale di Padova, vincitore di numerosi premi in concorsi internazionali di musica contemporanea. Parte di questo concerto era stato eseguito in duomo ad Asiago nel 2012 nell’ambito di Asiago Festival, destando un vasto interesse anche per il suo stretto rapporto con la cultura cimbra dell’altopiano.
L’acustica del nuovo teatro a Schio ha messo in risalto risultati straordinari della musica “spaziale” del compositore Giovanni Bonato. “Dar Gasang bon dar Eerde” (Il Canto della Terra) è il titolo in lingua cimbra di un poema sinfonico corale che unisce alcuni brani della tradizione dell’altopiano, dal primo brano “In armakhot un vriise” (In povertà e gelo), ispirato alle atmosfere natalizie e primaverili, al secondo brano “Dar Gaist ist heute kemmet” (Lo Spirito oggi è venuto), ispirato a un canto cimbro di Pentecoste, con echi delle litanie della Grande Rogazione, fino al terzo brano “Slegar” (Asiaghesi), ispirato al canto “Maria de bil Tzarte” che fa parte del canto pasquale cimbro documentato ad Asiago nel 1500. A questo poema in lingua cimbra si sono aggiunti due testi in lingua latina, già incisi in CD ed eseguiti con molto apprezzamento in diversi concerti in Europa: “O lilium convallium” e “Non nobis Domine”.
Il concerto a Schio è stato eseguito dai quattro complessi corali Coenobium Vocale, Ensamble La Rose, Laetetur Cor, Coralità Scledense e dall’Orchestra dell’Accademia Musicale di Schio diretta Filippo Maria Bressan , con la partecipazione di prestigiosi solisti come Julius Berger al violoncello. Nella musica “spaziale” di Giovanni Bonato suoni e voci si dilatano in varie dimensioni nello spazio che avvolge - coinvolge l’ascoltatore, così che la musica diventa veramente atmosfera - aria - respiro in una esperienza vitale. Suggestivi i rumori, i soffi, i fruscii, i canti degli uccelli, in mescolanze sonore inedite e imprevedibili. E’ una musica “spaziale” anche in senso storico, in quanto non strutturata in schemi fissi, ma aperti e integrati con contributi di diverse stagioni musicali, sia arcaiche che moderne. Una musica “spaziale” anche in senso linguistico, con attenzione a lingue in prevalenza antiche, sentite e riscoperte con significati attuali. Ecco l’interesse di Giovanni Bonato anche per la tradizione cimbra, che ha segnato per molti secoli la storia dell’alto vicentino, compreso il territorio di Schio, tradizione a cui egli si sente di appartenere e di essere un qualificato portavoce.