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Dopo le traduzioni in lingua cimbra dei vangeli di Luca, di Giovanni e di Marco, l’Istituto di Cultura Cimbra  può finalmente pubblicare la traduzione in lingua cimbra del Vangelo secondo Matteo, frutto dell’impegno di Giovanni Vescovi  Vischofar di Camporovere. Nella sua intensa e bella introduzione, mons. Giandomenico Tamiozzo mette in evidenza l’importanza di questa pubblicazione non solo sul piano linguistico, ma anche sul piano religioso e spirituale. Egli ha scritto: “Grazie di cuore a Gianni Vescovi per questo dono che egli fa  a tutti coloro che amano il cimbro, che lo desiderano conservare o apprendere, e che attraverso la lettura di questo testo potranno magari capire e amare di più la parola di Gesù”.

Nel Vangelo secondo Matteo sono in chiara evidenza alcuni aspetti del messaggio cristiano, come quello  secondo cui “la perfezione non consiste nella minuziosa osservanza della Legge mosaica, ma nella imitazione dell’agire di Gesù che si esprime nel vivere la legge dell’amore” (Tamiozzo). È l’aspetto indicato con forza anche nel libro che San Matteo tiene in mano nella raffigurazione dell’affresco dipinto nell’abside del Duomo di Asiago: “Non chi dice Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre che è nei cieli” (questa raffigurazione è riprodotta nella retrocopertina di questo Vangelo in lingua cimbra). Sappiamo che San Matteo Evangelista è il Patrono di Asiago e la sua figura domina imponente anche sulla facciata del Duomo.

Un altro tratto importante nel Vangelo secondo Matteo sono le beatitudini, che nei secoli scorsi sull’altopiano nelle chiese erano solo tradotte dal latino, perché non era permesso l’uso della Bibbia in lingua volgare. “Zeelighe dii ba zeint erme bran me Gott, ambia Gott senk  innandaar in zain raich. Zeelighe  dii ba zeint in de moolekhot, Gott bill troostan ze…” (Beati quelli che sono poveri di fronte a Dio, perché  Dio dona loro il suo regno. Beati quelli che sono nella tristezza, Dio li consolerà…). Sono le beatitudini che  Gandhi conosceva a memoria e che “gli faceva dire che se avesse incontrato un cristiano coerente con il suo insegnamento, lui stesso si sarebbe fatto cristiano” (Tamiozzo).

Particolarmente consolanti  sono le parole finali del Vangelo secondo Matteo, dette da Gesù per sostenere il cuore nelle fatiche e nelle sofferenze della vita spesso così dura: “Un bisset ba ich bill zeinan hortan met ogandarn, alle de taghe, fintz amme ende bon dar belte” (E sappiate che io sarò sempre con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo). Vivere uniti a Cristo in ogni situazione, in ogni momento. Tamiozzo ricorda le parole di Papa Ratzinger che raccomandava di leggere ogni giorno il Vangelo e che ha scritto: “Meditate spesso la parola di Dio. Scoprirete che i pensieri di Dio non sono quelli degli uomini; sarete portati a contemplare il vero Dio e a leggere gli avvenimenti con i suoi occhi”. Guardare il mondo con gli occhi di Dio. Il Vangelo tradotto in lingua cimbra può essere una occasione per fare questa riscoperta.

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