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Un libro per conoscere Mario Rigoni Stern. Per conoscerlo meglio, per stimarlo di più. Un libro di 350 pagine scorrevoli, con 15 capitoli intensi, carichi di situazioni, di personaggi, di storia. Non un libro celebrativo, accademico, ma discreto, amichevole, come lo stile e l’opera di Mario Rigoni Stern. L’autore, Giuseppe Mendicino, viene da appassionate letture, da ostinate ricerche, da lunghe conversazioni con lo scrittore di Asiago e con tanti suoi amici e conoscenti, per darci sintesi, collegamenti, per farcelo sentire ancora vivo, per farci sentire ancora in sua compagnia. Il libro di Giuseppe Mendicino è sulla linea di un incontro fatto anni or sono in municipio ad Asiago, il 28 agosto 1979. L’anno prima era stata pubblicata “Storia di Tönle”, con grande successo di critica e di pubblico e con i premi Bagutta e Campiello, i due più prestigiosi premi letterari italiani. Il Comune di Asiago e la Comunità Montana dei Sette Comuni hanno organizzato un omaggio allo scrittore di Asiago, “un incontro di stima e di riconoscimento” alla sua persona e alla sua opera. Tra gli altri hanno partecipato il poeta Andrea Zanzotto e lo storico Mario Isnenghi, ricordati più volte da Giuseppe Mendicino nella sua trattazione. Andrea Zanzotto ha messo in evidenza la sua amicizia con Rigoni Stern, la sia ammirazione per il suo memorialismo non chiuso e complicato, ma aperto, “sconfinatamente aperto, come quelle immense pianure di Russia in cui c’era tanto gelo di neve e tanto calore di umanità”. Zanzotto diceva anche di ammirare lo stile di Rigoni Stern “in cui il linguaggio dell’uomo è legato al bioritmo della realtà”, lo stile di uno “che ha quella fiducia nella realtà che proviene da chissà dove…”. Mario Isnenghi in quell’incontro ha messo in rilievo come il modo di raccontare la storia in Rigoni Stern è sempre corale, collettivo, anche quando parla di vicende individuali. “E questo è un modo di fare storia assai moderno. Oggi si è stanchi della grande storia, della storia di sole guerre e di sole battaglie… La storia la si vede ormai anche nella vita quotidiana della gente“, al di là dei confini e delle frontiere. E Mendicino già nella sua introduzione indica come nello sguardo di Rigoni Stern, “dalle montagne, gli orizzonti lontani, oltre le vette e le nubi, sono liberi da frontiere e da bandiere”. Nell’incontro ad Asiago nel 1979 la Comunità Montana dei Sette Comini ha riconosciuto il forte legame di Rigoni Stern con la sua terra e con la sua storia, legame che “non è nostalgia, evasione dal presente, ma attenzione di cogliere i mutamenti di fondo, la dinamica delle forze primordiali, tentativo di rivivere quel passato per rifarlo in qualche modo fecondo”. Anche la tradizione cimbra non è qualcosa da celebrare o da rievocare, ma da rivivere in modo fecondo. Le indicazioni emerse in quell’incontro sembrano aver ispirato anche il poderoso lavoro di Giuseppe Mendicino, un vero riconoscimento di stima e di gratitudine per “vita, guerre e libri” dello scrittore di Asiago.

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