Sono 37 anni che a Mezzaselva il lunedì di Pasqua si rinnova la tradizione di Ostarmentak, la Messa con canti e preghiere in lingua cimbra. Anche quest’anno era presente il fondatore e l’animatore di questa tradizione, mons. Giandomenico Tamiozzo, che dopo le sue esperienze missionarie in Brasile e in India ha tradotto i testi e ha composto i canti con la gente di Mezzaselva, e ha creato questo momento di preghiera, ma anche momento di cultura e di festa, per tanti che vengono da diverse parti dell’Altopiano e da fuori. Con don Giandomenico hanno concelebrato il fratello don Costantino e don Nicola De Guio, parroco dell’unità pastorale di Canove, Cesuna e Treschè Conca. I canti sono stati eseguiti con la consueta passione dalla Corale Cimbra di Roana e Mezzaselva, guidata da Remo Azzolini. Preghiere, letture, canti in lingua cimbra, con riflessioni sul tema della Misericordia, secondo lo spirito del Giubileo indetto da Papa Francesco, riflessioni coniugate secondo le grandi ispirazioni spirituali del Vangelo, ma anche secondo spunti e aspetti di storia locale. “Vorghèbet inàndar asò bia vorghit dar öar Vatar von me Hümmale” (Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro). È stata messa in evidenza l’importanza della misericordia, della comprensione, del perdono in ogni aspetto della nostra vita individuale e sociale.
Alla fine della Messa, dopo una composizione originale sulla misericordia cantata da Pierangelo Tamiozzo, il presidente dell’Istituto di Cultura Cimbra Sergio Bonato ha portato i saluti particolari inviati a tutti i cimbri dal Papa Emerito Benedetto XVI, in una visita privata fatta negli scorsi mesi a Roma, ed è stato presentato il nuovo Quaderno di Cultura Cimbra. A Mezzaselva era presente anche un Gruppo di Recoaro che organizza ogni due anni la grande Chiamata di Marzo, con il suo presidente Alberto Camposilvan. A loro, la Corale Cimbra ha dedicato la nuova canzone Schella Marzo, composta su un testo poetico di Tiberio Bicego, tradotto in cimbro da Lauro Tondello, con musica di Remo Azzolini. Un canto suggestivo che unisce amore per la tradizione, festa per la nuova primavera e amicizia tra le diverse comunità cimbre della montagna vicentina.