Tra le numerose tesi di laurea riguardanti la problematica cimbra discusse con successo negli anni recenti, troviamo quella elaborata da Alessandra Palumbo all’Università di Zurigo (Svizzera), sul tema del contatto linguistico tra italiano e cimbro a Luserna (Trento). La tesi risente di un coinvolgimento personale per il rapporto della autrice con Rotzo, comune cimbro dell’altopiano, conosciuto e frequentato nelle vacanze per trovare parenti e amici. La questione cimbra viene trattata con precisa competenza, sia nei suoi aspetti generali storici e linguistici, sia nei riferimenti a situazioni e problemi attuali, particolarmente legati a Luserna, il paese dove la lingua cimbra è usata in modo vivo.
Puntuale e aggiornata risulta l’ottica plurilinguistica e storica, che mette in luce la lingua cimbra nelle sue origini, nella sua evoluzione, fino ai contesti attuali e alle possibilità di una sua tutela e valorizzazione. Su questo ultimo punto la tesi non poteva prevedere la dinamica culturale dei nostri giorni svolta a Luserna da Istituti, Associazioni, Enti Locali, sostenuti in modo incisivo dalla Provincia Autonoma di Trento. Attenta e valida appare l’osservazione: “La coscienza di essere un’isola linguistica si è radicata nel lusernese sia da sempre sia vedendo l’enorme interesse anche da parte di studiosi negli ultimi anni. L’alta stima di sé fa sì che egli giudichi il proprio patrimonio linguistico come una preziosa rarità e ciò spiega come tutto il paese cerchi con ogni sforzo di preservare la propria cultura”.
La tesi analizza come a Luserna la lingua cimbra è in contatto con il dialetto trentino e veneto, con l’italiano standard e con l’italiano regionale, in un processo di interazione e di mescolanza in continua evoluzione. Questionari, registrazioni, interviste, approfondimenti mettono in evidenza questo processo di trasformazione nella morfologia della lingua, nel lessico, nella sintassi. Si nota ad esempio come “la lingua cimbra è una lingua che dispone di un lessico ristretto e ambientato in un’epoca ormai sorpassata dalla tecnologia, utilizzabile solo e sempre nello stesso ambiente e per la vita quotidiana in paese”. Sulla persistenza di lessico e sintassi si distingue come “il lessico si rivela abbastanza tenace, mentre la sintassi è ormai dominata dalla lingua nazionale e provinciale di contatto”. I criteri di analisi e di interpretazione seguiti e applicati da Alessandra Palumbo sono tratti dalla ricerca sociolinguistica più recente e qualificata.
Realistica appare la conclusione della tesi in cui si osserva come: “Le possibilità di mantenimento (della lingua cimbra) hanno come presupposto la volontà dell’intera comunità di preservare il patrimonio culturale e linguistico”. Importante è il ruolo della scuola: “Occorre preventivare una scuola materna nella madrelingua, una scuola elementare bilingue che insegni le materie etnicamente marcate (geografia, storia…) in cimbro. La maggiore influenza sta però ancora nella famiglia che deve, e ciò è stato sottolineato dagli stessi abitanti, parlare con i propri figli (in lingua cimbra)”. Lungo tutte le pagine della tesi viene ribadita l’importanza dei presupposti economici e sociali per rendere Luserna abitabile, fornita dei servizi essenziali alla popolazione, e resa “attrattiva anche per coloro che hanno preferito trasferirsi altrove”. Come si vede, si tratta di una tesi centrata su Luserna, ma molto utile per capire quello che sta avvenendo anche in molte altre comunità dove le lingue minoritarie corrono rischi di definitiva estinzione.