Pubblicazioni

di Nico Lobbia e Sergio Bonato (1998)

Il ponte di Roana ha valore monumentale che tutti possono ammirare percorrendo la strada che unisce Roana a Canove, attraversando la Valdassa.

Ma esso ha un valore anche storico e culturale. Esso è stato costruito cento anni fa tra infinite difficoltà, tra feroci contrasti, tra ostacoli che sembravano insormontabili. La sua costruzione ha rappresentato una conquista non solo in campo tecnico ed architettonico, ma anche in campo sociale e politico, in quanto ha visto unite le energie di tutto il Comune di Roana e di tutto l’altopiano dei Sette Comuni, con la collaborazione anche della Provincia di Vicenza e dello Stato Italiano.

Questo documento di storia è costituito da una ricerca puntuale condotta da Nico Lobbia, appassionato cultore di vicende altopianesi, con una serie di testimonianze e di fotografie d’epoca e con l’inserimento di quel racconto in lingua cimbra di Domenico Zotti di Camporovere, racconto così vivace ed utile per comprendere la situazione di quegli anni.

Il ponte è simbolo di Roana, paese come tanti separato da vallate, da divisioni e da interessi diversi, ma anche alla ricerca di collegamenti, di relazioni, di integrazioni con i Sette Comuni, con regioni vicine e lontane, per costruire insieme storia di unione e di collaborazione.

di Francesco Caldogno (1991)

La “Relazione delle Alpi Vicentine e de’ passi e popoli loro” è stata scritta da Francesco Caldogno, prima Ispettore e poi Provveditore ai confini in terra vicentina per circa 20 anni sul finire del 1500. La relazione è dedicata nel 1598 al Doge Marino Grimani e costituisce una precisa e dettagliata perlustrazione delle montagne comprese fra la valle del Chiampo e quella del Brenta, non senza uno sguardo alla pianura e ai centri urbani principali.

Il Caldogno ci dà precise testimonianze sull’estensione della parlata cimbra, diffusa non soltanto nei Sette Comuni, ma anche nel territorio di Lavarone, di Schio, di Recoaro, con la preziosa indicazione che all’inizio del 1500 la lingua cimbra era usata fino alle adiacenze della città di Vicenza.  Questa testimonianza è stata alla base di molti studi e sviluppi della questione cimbra.

Sebbene scritta prevalentemente per uso militare, questa relazione conserva una forza documentaria unica, essenziale per conoscere la situazione dell’Alto Vicentino quattro secoli or sono.

di Ivone Cacciavillani (1984)

Le violente trasformazioni dei tempi recenti hanno portato profondi cambiamenti anche sull’Altopiano dei Sette Comuni. Sono state abbandonate attività tradizionali legate alle risorse locali, e sono stati dimenticati costumi ed usi consolidati in diritti riconosciuti anticamente, consacrati in documenti ufficiali e conservati per lungo tempo. Erano privilegi di utilizzo di risorse (pascoli e boschi), erano esenzioni da imposte (sul sale, sulla lana, …), erano diritti risalenti al lontano medioevo, quando si sono coagulati i primi insediamenti umani su questi monti, attraverso un tenace lavoro di sboscamento, di bonifica, di organizzazione del territorio.

Quei privilegi, quelle esenzioni, quei diritti rischiano di ridursi ad un “monumento morto”, ad un punto di riferimento senza significato per la gente che è rimasta a vivere nei Sette Comuni. Invece la vita in montagna, in tutti i suoi aspetti, dall’agricoltura al turismo, dalla gestione del territorio all’organizzazione dei servizi, ha bisogno di tradurre quell’antico patrimonio di tradizioni in nuova esperienza di sostegni, di agevolazioni, di incentivi, di esenzioni per riequilibrare le condizioni economiche disagiate rispetto alle condizioni più avvantaggiate della città e della pianura.

di Wilhelm Baum (1983)

Molte opere di storia sono state scritte sul passato delle popolazioni che nelle Prealpi Venete e Trentine hanno parlato e in parte parlano ancora oggi la lingua cosiddetta cimbra, una lingua legata all’antico tedesco e vicina a parlate come l’attuale bavarese. Il tema più appassionante di questa storia è sempre risultato quello delle origini e delle provenienze di individui, di famiglie e di gruppi che si sono stabiliti sui nostri monti, per roncare e bonificare terreni, e per costruire un ambiente con una tradizione di vita povera, ma segnata da particolari valori di lingua e di civiltà.

Questa opera viene a portare un contributo nuovo sul tema delle origini in base a documenti sicuri di archivio, che potranno essere integrati, come dice l’autore, da altri documenti, per muovere altre ricerche che porteranno ancora luce sul fenomeno cosiddetto cimbro.

Questo lavoro, scritto in tedesco e italiano, costituisce un esempio di fattiva collaborazione fra la Baviera ed il Veneto, nello spirito di una integrazione europea che trova profondi motivi di unione e di solidarietà anche nella conoscenza di un lungo passato di rapporti reciproci e di vita comune.

ISTITUTO DI CULTURA CIMBRA
“Agostino Dal Pozzo”

via Romeo Sartori, 20
36010 ROANA (Vicenza)
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

‘Z HAUS DAR ZIMBRISCHEN BIZZEKHOT
“Agustin Prunnar”

Romeo Sartori bèkh, 20
36010 ROBAAN (Viséntz)

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