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Grande e sentita la partecipazione alla Messa di Ostarmentak 2014, il lunedì di Pasqua, a Mezzaselva. Sono 35 anni che nel piccolo paese dove ancora viene conservata la lingua cimbra dei Sette Comuni, il lunedì di Pasqua vede riunirsi un gran numero di amici della lingua cimbra attorno a don Giandomenico Tamiozzo, che fu l’ideatore e il sostenitore di un evento significativo non solo sul piano spirituale, ma anche sul piano linguistico e culturale.

Il Coro Cimbro di Roana, guidato da Remo Azzolini, ha accompagnato la Messa celebrata da don Nicola De Guio con canti che sono diventati tradizione viva di preghiera e di cultura. Dopo il canto pasquale di Maria de Biil Tzarte (Maria infinitamente dolce), il coro ha cantato  Gutar Heere Borghit (Signore Pietà) e Gloria me Guuten Heeren in hoghen himmel (Gloria a Dio nell’alto dei cieli). È seguita la cantica pasquale In Guuten Heeren dorlentighet  ghebabar an holighen loden (A Cristo Risorto diamo una santa lode).

Dopo la lettura in lingua cimbra di una parte del Discorso della Montagna tratto dal Vangelo di Matteo, don Giandomenico ha messo in evidenza l’importanza di questo Discorso, che “è uno dei testi più alti della letteratura umana”, un testo che il  Mahatma Gandhi “si sentì spinto di apprenderlo a memoria. Il Discorso della Montagna fu l’ispirazione più radicale del suo impegno in favore della giustizia,  della pace,  della libertà e della non violenza”. Don Giandomenico, in collaborazione con i fratelli don Costantino e Pierangelo, ha voluto rendere la festa più solenne con il dono di una elegante pubblicazione del Gaprecht  bomme perghe, “il Discorso della  Montagna” in lingua cimbra, commentato con riflessioni spirituali e culturali molto suggestive, come “meglio amare che avere ragione” o come “la vita è un lungo apprendistato ad amare”. Don Giandomenico  nel suo commento ha anche ricordato  una frase di mons. Sartori “La vita in montagna allena al contatto profondo con la natura e stimola la vita interiore”.

La  messa è proseguita  con il canto del Grussadich Maria (Ave Maria), diventato popolare in alcuni paesi dell’altopiano e poi il canto di Hoolik (Santo), del Ognar Batar (Padre Nostro), del Lemple me Got (Agnello di Dio), fino al canto di Salve  Koniga e di Maria Mutar me Cristen. Alla fine della messa, don Nicola De Guio si è impegnato a proseguire l’impegno di tener viva la tradizione di Ostarmentak nel suo paese di Mezzaselva e il presidente dell’Istituto di Cultura Cimbra Sergio Bonato ha espresso il più vivo ringraziamento, il più vivo Borbaissgot, a don Giandomenico Tamiozzo per quello che lui ha fatto per conservare e valorizzare l’antica lingua cimbra dei Sette Comuni.

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