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L’Hoga Zait 2015, il festival cimbro organizzato dal Comune di Roana, è stato dedicato ai rapporti fra l’Altopiano e l’Australia. Una occasione per scoprire le tradizioni culturali indigene di quel lontano continente prima della colonizzazione europea, ma anche per conoscere i rapporti con l’Italia e con l’Altopiano nei tempi recenti, attraverso l’emigrazione. Nella presentazione del libro di poesie “Imprinting” di Florio Pozza, un artista scrittore veneto vissuto in Australia, è stata confermata l’importanza del dialogo, dello scambio, della integrazione di lingue e culture. Il festival cimbro, definito anche “Frontiera Cimbra sul Mondo”, è stato anche una occasione per mettere in particolare evidenza due volumi sulla emigrazione dell’Altopiano in Australia. Il primo “L’Altopiano di Asiago, terra delle nostre radici”, pubblicato dalla Comunità Montana dei Sette Comuni di Melburne negli scorsi anni, prima in Inglese e poi in Italiano. Il secondo “An Italian Connection”, pubblicato in questi mesi in Australia, con la storia di 21 italiani che hanno portato un particolare contributo nei vari settori della vita in Australia nei nostri giorni.

Il primo volume presenta le testimonianze di 86 emigranti di tutti i Sette Comuni, con il racconto della vita dura nella loro terra di origine, dei sacrifici sostenuti nei viaggi e nel difficile inserimento nel lavoro e nella società australiana. Come ha scritto Luciano Benetti, Presidente della Comunità Montana australiana, era impossibile raccogliere le storie di tutti gli altopianesi emigrati nello Stato del Victoria. Questo volume può essere ritenuto l’inizio di queste storie. Nella parte iniziale il volume presenta una sintesi della storia dei Sette Comuni e della storia della emigrazione fino ai nostri giorni, quando diversi giovani dell’Altopiano con la crisi in corso vanno in Australia con un permesso di lavori provvisorio. Bello il legame con “la terra delle nostre radici”, descritto da Ivo Vellar nato a Camporovere e diventato in Australia una persona famosa nel campo della medicina: ”Durante i miei viaggi ho sviluppato un crescente interesse per la lingua dei miei antenati, il dialetto germanico detto cimbro, lingua dei Sette Comuni e dei miei nonni paterni. L’italiano è venuto molto dopo. Sléghe un Luzaan, Ghénebe un Vüüsche, Ghel, Rotz, Robaan: dise saint de Siben alte Komoine, Pruudere Liibe”

Ivo Vellar è uno dei 21 italiani-australiani presentati con le loro biografie da Ariana Fabris nel suo libro “An Italian Connection” (Un collegamento Italiano). Ariana Fabris è una giornalista-scrittrice che vive e lavora a Melburne, figlia di due emigranti roanesi, Danilo e Milena Fabris, a cui dedica il suo lavoro. Un lavoro durato quattro anni, con ricerche in archivi, giornali, interviste, un lavoro in cui fa sentire il suo orgoglio di provenire dall’Italia e di vivere in Australia: “I adore Italy and have been there many times, and I especially love Altopiano di Asiago… I love the people, the culture, the food… But for me Australia and particulary Melburne, is home and always will be”. Ariana Fabris, con uno stile preciso e scorrevole, ricostruisce le biografie di italiani come James Gobbo giudice della Corte Suprema e diventato Governatore dello Stato del Victoria, proveniente da una umile famiglia di Cittadella (Padova), Luigi Grollo, grande imprenditore nell’edilizia, di famiglia proveniente da Treviso, le cantanti Tina Arena e Natalie Imbruglia, siciliane, gli attori Antony Lapaglia e Vince Colosimo, gli sportivi David Campese, campione di rugby, proveniente da Montecchio Precalcino (Vicenza) e Stephen Silvagni, campione nel calcio, con i nonni provenienti da Asiago, Vittorio De Bortoli di Treviso, grande produttore e commerciante di vino…

Ivo Vellar viene ricordato come “Man of many talents”, con una prestigiosa carriera di chirurgo all’Università di Melburne e all’Ospedale St. Vincent, con una attività di storico della medicina in diversi volumi e di cultura specialistica medica in molti articoli, autore anche di ricerche storiche come “From Camporovere to Carlton: the story of five families”, e come “Adventure in Two World”… Egli ha lavorato molto in favore della comunità italiana a Melburne, meritandosi il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana e la Medal of the Order of Australia, dal governo Australiano. Nel 2013 fu insignito di uno dei massimi riconoscimenti dell’Università di Melburne, il Dottorato di Scienze Mediche (Honoris Causa). Egli è orgoglioso di far parte della Comunità Montana dei Sette Comuni di Melburne, esempio di attaccamento alle proprie radici e di coraggiosa e attiva apertura al mondo. Come orgoglioso si è dichiarato il grande calciatore Stephen Silvagni, orgoglioso di appartenere a una famiglia partita dall’Altopiano: il nonno Giacomo Silvagni, nato in contrada Zocchi di Asiago e la nonna Antonietta Vescovi, nata a Camporovere, emigranti “determinati, forti, tenaci”, come lui ha scritto, “che affrontarono l’altra parte del mondo per sfuggire alla fame e alla devastazione di due guerre mondiali”.

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