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Continua la serie dei Quaderni di Cultura Cimbra, con la pubblicazione del nuovo numero 67. Alcuni articoli di questo Quaderno sono dedicati la ricordo della Grande Guerra sull’Altopiano. La ricorrenza del centenario dall’inizio del conflitto è una occasione per cercare di conoscere quello che è avvenuto sull’Altopiano e come la guerra ha segnato profondamente la nostra storia. “Da allora non fu come prima”, ha scritto uno storico, attento non solo al piano militare, politico, economico, ma anche sul piano sociale, culturale , linguistico e spirituale.

Domenico Zamboni torna a collaborare con il suo particolare articolo “Il bombardamento di Asiago e dell’altopiano dei Sette Comuni , nei canti popolari tra mito e storia”. Egli collega i motivi e i riferimenti dei testi delle canzoni alla realtà storica degli avvenimenti evocati, con le loro varianti,registrati con precisione nell’ambito della memoria popolari e dei cantastorie incontrati. È una ricerca condotta su documenti e pubblicazioni come si può vedere dalla ricca e accurata bibliografia. Particolarmente veri i riferimenti legati al profugato, ai colpi sparati dal Lungo Giorgio, ai voli del ricognitore denominato Taube, che restarono profondamente nella memoria popolare.

Danillo Finco ricostruisce in modo incisivo la storia di “Gallio e la sua distruzione nella grande guerra. Il drammatico mese di giugno 1916”. Sulla base di documenti e di fotografie in gran parte inediti, viene raccontato “il calvario straziante e drammatico oltre ogni dire” di un paese bombardato dall’esercito austriaco, abbandonato dalla sua popolazione nel terrore, distrutto dalle opposte artiglierie nelle offensive e controffensive di tre lunghi anni. Efficace la citazione di Mario Rigoni Stern: nel 1918 Gallio “le case non c’erano più e i luoghi dove sorgevano erano un mucchio di sassi rotti e travi annerite e gli orti erano diventati cimiteri dove croci di legno sghembe o spezzate segnavano i tumuli deve venivano sepolti i soldati italiani e austriaci”.

Il tema del folklore cimbro viene ripreso da Modesto Brian nel suo articolo “Il Sete sesti, una danza cimbra. Informazioni, coreografie del Sete sesti vicentino, comparazione con il Sete sesti germanico e collegamenti storici”. Attraverso precisi riferimenti storici e linguistici, vengono messe in luce coincidenze dell’area degli antichi insediamenti cimbri con la diffusione dei due balli ritrovati. Saranno interessanti gli sviluppi della ricerca sulle origini, sulle interpretazioni e sulle funzioni della danza nei vari contesti.

Segue la presentazione del libro “Guerra sull’Altopiano”, ricco di documentazioni storiche e fotografiche sulla Grande Guerra, frutto del lavoro di qualificati esperti tra cui il nostro compianto amico Vittorio Corà. Il libro tratta di tutti gli aspetti, di tutti i momenti della guerra, compreso il dramma del profugato della gente dell’Altopiano. Tratta delle principali conseguenze delle vicende che sull’Altopiano hanno trasformato i luoghi della morte e del dolore nei luoghi del ricordo e della visitazione turistica.

Una lettera inedita di Mario Rigoni Stern ci aiuta a conoscere il suo profondo rapporto di stima e amicizia con lo scultore Giovanni Paganin, già affermato nel campo artistico e culturale a Milano nel 1957. Il Quaderno viene chiuso da una pagina di folklore pasquale cimbro, da un ricordo di due grandi amici e collaboratori della cultura cimbra, Pierantonio Gios e Mario Basso, perduti l’anno scorso in modo improvviso, dall’omaggio a mons. Giandomenico Tamiozzo e dalla segnalazione del calendario cimbro curato dalla Cassa Rurale di Roana.

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