Guuten Ostartag, Buona Pasqua, nella lingua cimbra dei Sette Comuni. Ostartag vuol dire giorno di primavera, festa della nuova stagione, festa dedicata alla divinità Ostera, secondo le religioni nordiche che hanno lasciato traccia nelle attuali lingue anglosassoni per indicare “Pasqua” (easter in inglese, ostern in tedesco).

Der Ostertac” è anche il titolo di una poesia in lingua cimbra scritta ad Asiago da Valentino Paganin nel 1800. Questo autore ci ha lasciato diverse composizioni poetiche in lingua cimbra di ispirazione religiosa, composizioni conservate presso le biblioteche di Vienna, di Monaco, di Innsbruck e raccolte ad Asiago da Andreas Schmeller nel 1800. “Der Ostertac” è una poesia ispirata alla Pasqua, formata da 18 strofette di quattro versi, legati tra loro da rime e da accenti perfetti. Sono versi percorsi da una intensa gioia per il ricordo della risurrezione di Cristo e per la dolcezza della nuova primavera. La gioia della risurrezione coinvolge anche la natura, il paesaggio, la vita sociale, con una forte e sincera carica mistica, che testimonia la sincera e concreta religiosità della gente dell’Altopiano nei secoli scorsi.

 

Lustec, lustec steet, Cristene leüte, / lustec , plumete bisen on teldar, / lustec, prünnelen, garten on beldar, / lustec , eckelen, spitzen on reüte!”(traduzione: “Allegre, state allegre, o genti cristiane, / allegri prati e valli fioriti, / allegri sorgenti, giardini e boschi, / allegre colline, vette e campi!”). Il paesaggio non è soltanto qualcosa da ammirare e da godere, soltanto qualcosa da sfruttare e da vendere, ma anche qualcosa da sentire e da rispettare in una dimensione sacra e divina.

La festa di Pasqua in questa poesia non è semplicemente ritualistica, folklore tradizionale, ma condivisione di sofferenze e di gioie e solidarietà fraterna di vita. “Junghe on alte, au’me pette, via, steet! / Raiche on arme, via, grüzet inandar! / In de kercha, via, singheten gheet! / Au, via, lustec ghet alle panandar!” (traduzione: “Giovani e vecchi, orsù alzatevi dal letto! / Ricchi e poveri salutatevi l’un l’altro! / Suvvia andate in chiesa cantando! / Orsù andate allegri tutti insieme!”). Allegri, tutti insieme. L’augurio di buona Pasqua viene ripetuto in modo vivo, simbolico: “Un gahötart ist hemmest de nacht” (traduzione: “La notte è ora rischiarata”). Come le notti lunghe, fredde, oscure dell’inverno sono rischiarate dalle albe luminose primaverili, così la notte che pesa su tanti momenti e su tante situazioni della nostra esistenza, può essere vinta o almeno resa più sopportabile dalla luce e dalla speranza della risurrezione.

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